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Great Resignation & Yolo per avere una vita migliore, ma servono i passi giusti

Il tema del lavoro come elemento per avere una vita migliore è stato sempre una costante nella mia vita, al punto da diventare uno dei miei obiettivi professionali, ovvero, aiutare le persone nella ricerca o nell’innovazione del proprio lavoro, al fine di costruire uno stile di vita migliore.

La ricerca di una vita migliore dietro le tendenze Great Resignation e Yolo

In questi ultimi mesi si parla molto di queste due tendenze ed è interessante esaminarle.

Con Great Resignation si fa riferimento al significativo aumento delle dimissioni, registratosi dopo il Covid con motivazioni molteplici, quasi sempre legate alla sfera personale: rinnovato bisogno di tranquillità, desiderio di dedicare più tempo alla famiglia o alle proprie passioni, rifiuto di tornare al frenetico stile di vita metropolitano.

La pandemia, il lockdown, il lavoro da casa, hanno offerto la possibilità di rivedere il concetto di lavoro, considerandolo in un modo diverso da come si faceva due anni fa.

Il “workism” (lavoro come fulcro della propria esistenza, come scopo della vita) sta facendo spazio al concetto di “work-life balance” (il lavoro come una delle componenti della propria vita, ma non l’unica).

Molte persone hanno rivisto obiettivi e priorità, chiaramente diversi da persona a persona, ma con alcune esigenze di carattere comune.

Uno studio dell’IBM Institute for Business Value (IBV) ha evidenziato che le principali ragioni che portano le persone a dare le dimissioni sono la necessità di lavorare in una realtà più flessibile (32%) e la volontà di avere incarichi più mirati e soddisfacenti (27%).

Nella ricerca di un nuovo lavoro, quello che le persone guardano maggiormente è la possibilità di avere una vita migliore, attraverso un maggior equilibrio tra sfera lavorativa e personale (51%).

Altra tendenza in atto, che riguarda il mondo dei più giovani, è quella della Yolo Economy (You only live once), che sta portando molti giovani ad abbandonare il posto fisso per avviare nuove attività, in quanto non trovano l’adeguata soddisfazione personale nel posto in cui lavorano, quindi, vogliono trasformare una propria passione in un lavoro a tempo pieno o dedicarsi a sviluppare un progetto che sognano da tempo.

Secondo una recente inchiesta di Microsoft, il 40% di loro ha deciso di cambiare lavoro nel 2021 e dare una svolta alla propria vita; il 70% preferisce un lavoro flessibile e tra le priorità nella scelta di un’occupazione emerge il benessere sopra ogni altra cosa.

In altre parole, anche loro hanno come scopo ultimo quello di avere una vita migliore e più soddisfacente.

L’osservare un po’ più da vicino questi due fenomeni mi ha fatto provare due sensazioni, quasi opposte:

  1. La prima sensazione è la gioia, perché da sempre incoraggio le persone a non arrendersi al modello di pensiero “purché io abbia un lavoro, va bene tutto”, poiché ritengo che sia come firmare la propria condanna all’infelicità, quindi, sono contento che un buon numero di persone lotti per avere un lavoro che renda la propria vita migliore.
  2. La seconda sensazione è la preoccupazione, perché nel tentativo di lanciarsi nella ricerca o nella creazione di un nuovo lavoro, qualcuno potrebbe farlo senza avere degli obiettivi chiari, senza una strategia e senza aver fatto un’analisi degli ostacoli che dovrà affrontare o dei rischi a cui potrebbe andare incontro.

Desiderare una vita migliore è uno scopo sano, ma per raggiungerlo devi fare i passi giusti

Se anche tu ti trovi in una situazione simile o se stai pensando di lasciare il tuo lavoro per cercarne o crearne un altro che possa darti una qualità di vita migliore, complimenti.

È lodevole il fatto che non ti accontenti, che lotti e magari che fai anche delle scelte audaci.

Si dice che “Tutte le scelte ti porteranno da qualche parte, ma solo le scelte audaci ti porteranno laddove vuoi essere davvero”, quindi questo va bene.

Tuttavia, una scelta audace non significa necessariamente che debba essere fatta “ad occhi chiusi” per poi vedere cosa accade.

Questo tipo di strategia potrebbe essere molto rischiosa e potrebbe comportare il rischio di farti finire in un baratro dal quale potresti avere difficoltà ad uscire.

Ti dico questo per esperienza personale. Quando ho compiuto la mia “scelta audace”, ho fatto esattamente in questo modo e ho dovuto affrontare enormi difficoltà, di ogni genere 😌 (avessi conosciuto allora le cose che conosco adesso …. ).

Il mio invito è senz’altro quello di non accontentarti ma, prima di agire, definire i tuoi obiettivi, studiare una strategia ed analizzare i possibili ostacoli.

Se cerchi un nuovo lavoro, preventivamente, dovresti fare almeno i seguenti passaggi:

  • Analizzare in modo approfondito la tua personalità, le tue abilità, le tue competenze
  • Definire con chiarezza il “valore” che sei in grado di produrre e, soprattutto, “per chi” lo potresti produrre
  • Avere un focus preciso sulle tipologie di lavoro che intendi cercare
  • Studiare una strategia di ricerca attiva del lavoro e preparare tutti i necessari strumenti nel modo migliore possibile (banalmente: lettera, CV, profilo LinkedIn, etc..)

Ci sarebbero anche altri aspetti da studiare prima, ma questi sono quelli indispensabili.

Se, invece vuoi costruire un’attività in proprio o passare da un’attività da dipendente ad una da freelance o da imprenditore, la faccenda si complica ulteriormente perché i fattori in gioco si moltiplicano.

Tanto per fare un breve elenco, non esaustivo, dovresti come minimo compiere i seguenti step:

  • Studiare a fondo il tuo modello di business iniziale (sapendo già che non sarà quello definitivo)
  • Stabilire una strategia per testarlo e modificarlo man mano
  • Acquisire consapevolezza del fatto che il mindset e lo stile di vita di un freelance o di un imprenditore sono totalmente diversi da quelli di un dipendente. Per una maggiore comprensione di questi elementi potresti, ad esempio, ascoltare le storie di qualcuno di loro che conosci, che è già dove tu vorresti essere, o passare qualche giornata con loro.

Concludendo, la mia, non vuol essere una riflessione deterrente, anzi, è un incoraggiamento a provarci sempre, perché tutti abbiamo diritto a vivere una vita migliore e ricca di soddisfazioni, tuttavia, ti invito a farlo nel modo giusto, così da aumentare le probabilità di avere successo.

Qualunque sia il tuo caso, vai alla pagina strumenti gratuiti, dove troverai dei toolkit di strumenti che potrai scaricare e che ti guideranno nella definizione di una possibile strategia.

Scegli il toolkit più adatto a te, scaricalo, studialo e compila le mappe, riflettendo attentamente su ogni passaggio.

In questo modo ridurrai molto la percentuale di rischio, aumentando per contro la possibilità di avere la famosa “vita migliore”.

Nota: se vuoi approfondire il fenomeno great resignation in Italia, ti suggerisco questo articolo de Il sole 24 ore

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In ogni caso, ti ringrazio per l’attenzione che hai dedicato a questo articolo e mi auguro che ritornerai a leggerne qualcun altro.

A presto, Massimiliano

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