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Vuoi fare innovazione? 3 principi utili dai successi alle olimpiadi

I parallelismi tra lo sport e il mondo del lavoro e della crescita professionale sono molto frequenti, ma alcuni successi alle Olimpiadi posso offrire importanti suggerimenti anche su come fare innovazione.

Ogni volta che si tengono i Giochi Olimpici, gli atleti cercano di migliorare i record del passato e spesso ci riescono perfezionando le tecniche esistenti, apportando un’innovazione che si può definire “incrementale”.

Ma ogni tanto, qualche atleta introduce qualcosa di completamente nuovo, di mai fatto prima, apportando in questo caso un tipo di innovazione che si può definire “radicale” e che fa fare un salto in avanti notevole in quell’ambito, cambiando per sempre le cose.

Voglio mostrarti 5 storie di grandi successi dalle quali estrapoleremo 3 principi utili per fare innovazione.

5 storie di successo dalle quali imparare come si può fare innovazione

Nazionale Maschile Giapponese – Pallavolo

Nel quadriennio 1964-1968, l’allenatore giapponese Yasutaka Mtsudaira introdusse il “gioco veloce”, un modo completamente nuovo di eseguire la cosiddetta “schiacciata”.

Il palleggiatore velocizzava l’alzata per lo schiacciatore, che partiva in anticipo senza aspettare il palleggio, come si faceva normalmente fino a quel momento.

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il gioco veloce nella pallavolo

Fare innovazione introducendo un nuovo schema di gioco (mai visto prima), permise al Giappone di vincere la Medaglia d’Oro ai Giochi Olimpici di Monaco nel 1972.

Per alcuni anni le altre nazioni pensarono che quella fosse “roba da giapponesi”.

Oggi il gioco veloce lo fanno tutti, anche i ragazzini negli allenamenti.

Dick Fosbury – salto con l’asta

Ai Giochi Olimpici del 1968, tutti fissarono perplessi uno studente del secondo anno del college mentre saltava l’asta girandosi all’indietro. 

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il Fosbury Flop

All’inizio tutti risero di lui perché, fino a quel momento, ogni atleta olimpico aveva saltato in avanti. 

Otto anni dopo, il 90% dei saltatori, andava oltre la barra all’indietro.

Fare innovazione ha cambiato la storia perchè oggi, ogni saltatore in alto esegue quello che è noto come lo “Stile Fosbury”.

Glenn Henry Hall – hockey su ghiaccio  (non riguarda un’olimpiade ma il succo è lo stesso :))

Glen Henry Hall, portiere di hochey su ghiaccio, introdusse la tecnica della parata a “farfalla” facendo cadere le ginocchia insieme e inclinando i pattini ai lati. 

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posizione della farfalla

Arrivò a sviluppare questa tecnica, sfruttando i suoi punti di forza – riflessi pronti e vista forte – in modo da potersi posizionare più in basso per vedere il disco avvicinarsi. 

Soprattutto grazie a questa tecnica, Hall ottenne due importanti trofei (Vezina) e realizzò un’impresa ancora oggi ineguagliata: il record di 502 partite consecutive in NHL – senza maschera -, tra i risultati più impressionanti nella storia dello sport. 

Quando lo fece per la prima volta, il pubblico era sconvolto perché a quei tempi i portieri non indossavano le mascherine e le protezioni per il torace erano leggere. Eseguire quella tecnica era incredibilmente pericoloso.

Attirò molte critiche dagli allenatori di tutto il campionato che sentenziarono che non sarebbe durata.

Oggi lo “stile farfalla” è normalmente utilizzato da tutti i portieri di hockey sul ghiaccio.

Albert Van de Weghe – nuoto

Sin dalle prime Olimpiadi estive del 1868, i nuotatori avevano nuotato fino al muro, afferrando la presa e dando poi il via alla svolta per il ritorno in vasca. Nessuno aveva pensato a fare innovazione in questo metodo.

Ma l’allora sedicenne Albert Van de Weghe vinse la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Berlino del 1936, introducendo il cosiddetto ”flip-turning” una capriola sott’acqua per mantenere lo slancio.

Van de Weghe sapeva che le sue gambe pesanti lo rallentavano quando calciava dal muro e così pensò di usare questo elemento per spingersi nella capriola e calciare con forza contro il muro per accelerare. 

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il flip turning

Nel 1936 fu il primo a girare in questo modo e mantenne il vantaggio per circa un anno fino a quando altri iniziarono a copiare il suo metodo. 

Oggi tutti i nuotatori di stile libero e dorso lo utilizzano.

Francesco Moser – ciclismo

Il 19 gennaio 1984 il grande ciclista italiano cancellò il primato fino ad allora del belga Merckx percorrendo 51,151 km in un’ora.

Un capolavoro frutto di un’attenta preparazione ma soprattutto di una straordinaria innovazione tecnologica apportata alla bici e all’attrezzatura.

Una bici con telaio aerodinamico, modellato nella galleria del vento e con le ruote lenticolari: spariti i raggi, è tutto collegato al mozzo da una struttura solida a forma di lente, studiata per sfruttarne la penetrazione nell’aria e la bassa resistenza con l’atmosfera.

Infine, il casco dalla propaggine posteriore affusolata ed un body super-attillato in micro-fibra.

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ruote lenticolari

Un bell’esempio di come fare innovazione ed arrivare al successo sfruttando le nuove tecnologie.

3 principi utili per fare innovazione

Queste 5 storie offrono l’opportunità di fare delle riflessioni e di estrapolare alcune strategie che puoi applicare praticamente per fare innovazione e raggiungere un maggior successo nel tuo lavoro, nel tuo ruolo o nella tua carriera.

In particolare, potresti ricordare ed applicare questi 3 principi di carattere generale:

Identifica e potenzia i tuoi punti di forza

Glen Hall ha sfruttato i suoi riflessi pronti e la sua vista particolarmente acuta per applicare la tecnica “a farfalla”.

Van de Weghe ha addirittura trasformato un punto di debolezza in un punto di forza, perché ha sfruttato la pesantezza delle sue gambe come leva nella capriola per avere maggiore velocità.

In genere tendiamo a far caso alle qualità che ci mancano, alle competenze che dovremmo migliorare, trascurando i nostri punti di forza.

Prenditi un po’ di tempo e fai un elenco di tutti i tuoi punti di forza in termini di competenze, know how, risorse, tendenze comportamentali e caratteriali (fai caso anche a quelli che ti riconoscono normalmente gli altri).

Poi prova a farti domande di questo tipo:

  • Quanti ne sfrutto in ciò che faccio?
  • In che misura e in quali ambiti li sfrutto?
  • Come ed in cosa potrei sfruttarli ancora di più per ottenere dei vantaggi o essere più performante?
  • Come posso potenziare uno o più dei miei punti di forza, per poterlo sfruttare e raggiungere qualche mio obiettivo di lavoro, di business, di ruolo o di carriera?

Questo semplice esercizio potrebbe regalarti delle sorprese interessanti e farti fare dei passi avanti inaspettati.

Sfrutta le nuove tecnologie

L’esempio di Moser è emblematico, poiché è grazie alle nuove tecnologie che è riuscito a stabilire un nuovo record nella sua disciplina.

Oggi viviamo in un’epoca incredibile da questo punto di vista poiché le innovazioni tecnologiche e digitali stanno trasformando la vita delle persone e delle organizzazioni.

Si riescono a fare cose impensabili fino a qualche decennio fa.

Analizza la tua attività, fai un elenco di tutti i processi, cerca di identificare i task che compi ogni giorno o le difficoltà che incontri nello svolgimento delle tue attività quotidiane.

Dopo aver fatto l’elenco dedica del tempo a fare delle ricerche su nuove tecnologie, apparecchiature, software o semplici app che possano aiutarti nello svolgimento di quelle attività, nell’affrontare certe difficoltà o nel miglioramento delle performance.

Il campo dell’innovazione digitale e tecnologica è in tale fermento che questo tipo di ricerca andrebbe fatta ogni due o tre mesi.

Prova a farla, anche qui potresti fare delle scoperte molto interessanti.

Allena la tua mentalità per provare nuove tecniche ed esplorare nuove possibilità

È vero che la tecnologia può darti una grande mano, ma non sarà quella a farti fare la differenza.

Alla base c’è sempre e comunque l’approccio mentale giusto.

La maggior parte delle persone tende a ripetere ciò che ha funzionato in passato, magari cercando di migliorarlo, ottenendo a volte anche un miglioramento incrementale, ma per ottenere un successo dirompente, dobbiamo applicare ciò che i buddisti Zen chiamano “mente da principiante”.

È una mente per esplorare, accostandosi alle cose senza un punto di vista già fissato o un giudizio già formato, che ci aiuti ad essere più ricettivi alle nuove possibilità e a trovare soluzioni creative e nuove ai vecchi problemi.

Prendi una delle tue iniziative e prova a immaginare di avvicinarti ad essa per la prima volta.

  • Cosa faresti se non sapessi cosa potrebbe non funzionare?
  • Come potresti guardare oltre ciò che gli altri hanno fatto, per cercare un modo migliore?
  • In quali altri modi potrebbe essere fatta quella cosa?

Potresti provare a fare un Brainstorming su questo o potresti applicare qualche tecnica per il pensiero creativo.

Penso ai “6 cappelli per pensare” di Edward de Bono, al metodo Scamper o alla Matrice Creativa utilizzata nel Business Design.

Se giochi come hai sempre giocato, il risultato rimarrà sempre lo stesso. 

Un aforisma attribuito a Thomas Jefferson recita così:

“se vuoi avere qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto”

Per migliorare il tuo risultato, devi cambiare il modo in cui giochi. Non basta emulare gli altri o replicare ciò che hai fatto in passato.

Sviluppa l’abitudine di cercare nuovi approcci e guarda oltre le soluzioni attualmente accettate.

Presta attenzione ai progressi tecnologici, ma allena il tuo cervello a cercare ed applicare i concetti emergenti, anche se non sono ancora riconosciuti dagli altri. 

Nota: questo articolo è ispirato a questo articolo pubblicato da Fast Company.

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In ogni caso, ti ringrazio per l’attenzione che hai dedicato a questo articolo e mi auguro che ritornerai a leggerne qualcun altro.

A presto, Massimiliano

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